CREDITO D’IMPOSTA MEZZOGIORNO: COME FUNZIONA E CHI SONO I BENEFICIARI

La Legge n. 208/2015 (Legge di stabilità 2016) istituisce il credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno, a decorrere dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2019. Successivamente all’intervento sono state applicate diverse proroghe. La Legge di Bilancio 2021 (L. n. 178/2020 ) ha prorogato il bonus investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno al 31 dicembre 2022.

 

FINALITÀ DELL’INTERVENTO

 

Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali è finalizzato a interventi destinati alle strutture produttive delle regioni del Mezzogiorno (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo).

Le imprese che vogliono cogliere questa opportunità devono presentare una comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modello approvato. L’Agenzia delle Entrate, verificati  i dati dichiarati nella comunicazione, invia successivamente alle imprese il provvedimento di autorizzazione alla fruizione del credito d’imposta.

L’agevolazione è riconosciuta alle imprese che, dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2022, effettuano l’acquisizione, anche mediante contratti di locazione finanziaria dei seguenti elementi:

  • Macchinari;
  • Impianti, attrezzature;
  • Beni strumentali nuovi.

Le attrezzature, in generale, devono rientrare nell’ambito di un progetto di investimento iniziale ed essere allocate presso strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle regioni del Sud Italia, (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo).

La misura del credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno è pari al:

  •  45 % per le piccole imprese
  • 35 % per le medie imprese
  • 25 % per le grandi imprese.

 

COME UTILIZZARE IL CREDITO D’IMPOSTA: I CHIARIMENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

 

Con la Circolare del 3 agosto 2016, n. 34/E, l’Agenzia delle Entrate ha fornito ai destinatari chiarimenti fondamentali sulla disciplina del credito d’imposta per gli investimenti destinati agli stabilimenti produttivi situati nel Mezzogiorno. In sostanza, il credito d’imposta va utilizzato solo attraverso il modello F24, in compensazione, tramite Entratel, qualora sia stato incaricato un intermediario, oppure attraverso Fisconline, qualora si disponga di un PIN dell’Agenzia delle Entrate.

 

I BENEFICIARI DEL CREDITO D’IMPOSTA

 

Il credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno può essere richiesto dai soggetti titolari di reddito d’impresa, che effettuano investimenti in beni strumentali da destinare alle aree produttive nelle aree del Mezzogiorno. Beneficiarie sono quindi tutte le imprese, di qualsiasi dimensione e natura giuridica, al di là del settore economico e dal regime contabile adottato. La disciplina esclude però le seguenti categorie:

 

  • Industria siderurgica;
  • Carbonifera;
  • Costruzione navale;
  • Fibre sintetiche;
  • Trasporti;
  • Produzione e distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche;
  • Settore creditizio e finanziario, assicurativo;
  • Imprese in difficoltà.


Anche gli
enti non commerciali possono beneficiare del credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno, ma esclusivamente in relazione alla parte dell’attività commerciale eventualmente esercitata.

 

I BENI AGEVOLABILI CON IL CREDITO D’IMPOSTA

 

Il principale requisito richiesto dalla normativa affinché il bene possa usufruire del credito d’imposta è che deve essere un bene strumentale nuovo dell’attività di impresa beneficiaria del credito. Il bene deve quindi avere la caratteristiche della durevolezza e deve essere utilizzato come strumento di produzione nel processo produttivo dell’impresa. Sono escluse dalla categoria dei beni strumentali la merce destinata alla vendita e gli assemblati. Rientrano tra i beni agevolabili quelli concessi in leasing

Per beneficiare del credito d’imposta, è necessario inviare telematicamente all’Agenzia delle entrate l’apposita comunicazione (CIM16 e CIM17) nella quale è esposta la cadenza temporale dell’investimento programmato, con indicazione, per gli anni in cui l’agevolazione risulta vigente, anche delle somme investite e del relativo credito di imposta. Quando non sussistono motivi ostativi, al contribuente viene comunicata l’autorizzazione all’utilizzo in compensazione del credito d’imposta.

 

QUANDO VIENE MODIFICATO IL PIANO DI INVESTIMENTO

 

Qualora l’impresa abbia apportato delle modifiche al piano di investimento, deve darne comunicazione all’Agenzia delle Entrate, mediante la rettifica del modello di comunicazione CIM, mettendo in evidenza che gli investimenti originariamente dichiarati sono stati traslati ad altra annualità. Qualora gli investimenti siano stati traslati per intero al periodo d’imposta successivo a seguito della presentazione della rettifica del modello CIM già inviato, il precedente modello è sostituito da quello di rettifica ed il credito “precedentemente” autorizzato non è più utilizzabile in compensazione. L’ammontare complessivo del credito d’imposta utilizzabile dal beneficiario in compensazione tramite modello F24 è pari all’ammontare complessivo del credito indicato nella comunicazione di rettifica che sostituisce la comunicazione inviata in precedenza all’Agenzia delle Entrate.

In caso di traslazione integrale dell’investimento, il contribuente non avrà la possibilità di fruire del credito in compensazione, esponendo nel modello F24 gli anni originariamente programmati, ma dovrà indicare l’anno in cui gli stessi dovranno essere realizzati e attendere, a seguito della presentazione dell’istanza di rettifica, l’invio della ricevuta da parte dell’Agenzia delle Entrate.  In caso, infine, di traslazione parziale dell’investimento al periodo d’imposta successivo, la presentazione comunicazione di rettifica del modello CIM non determina effetto sulla quota di credito maturata, rappresentata esclusivamente da quella corrispondente agli investimenti già posti in essere.