COME CAMBIA IL FONDO DI GARANZIA PMI NEL 2024

Nel corso del 2024, il Fondo di Garanzia per le Piccole e Medie Imprese (PMI) si appresta a rivoluzionare il panorama finanziario per le imprese italiane, ampliando le sue maglie al fine di fornire un sostegno più solido e ampio alle imprese del paese. La riforma introduce importanti cambiamenti, con l’obiettivo di agevolare la crescita delle PMI attraverso finanziamenti più accessibili e generosi.

Uno degli aspetti chiave di questa riforma è l’aumento dell’importo massimo garantito, che è stato portato a 5 milioni di euro. Questo rappresenta un raddoppio rispetto alla normativa del 2019, che sarebbe tornata automaticamente in vigore senza l’intervento innovativo del 2024. Il sottosegretario delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, sottolinea l’importanza del Fondo di Garanzia come strumento fondamentale di politica economica e industriale, facilitando l’erogazione di oltre 250 miliardi di finanziamenti. Bitonci afferma: “Non c’è credito senza garanzie.”

Le percentuali di garanzia offerte alle imprese varieranno in base alla fascia di appartenenza. Le imprese in fascia 1 e 2 godranno di una garanzia del 55%, mentre quelle in fascia 3 e 4 avranno una garanzia del 60%. Gli investimenti e le startup saranno particolarmente favoriti con un’imponente garanzia dell’80%.

L’ampliamento della platea dei beneficiari è un altro aspetto significativo della riforma. Ad esempio, le imprese iscritte al Registro delle Imprese (REA) e al Registro Unico Nazionale delle Terze Parti Sociali (RUNTS) con un importo massimo di 60 mila euro avranno diritto a un accesso senza valutazione. Inoltre, è prevista la possibilità per le imprese di contribuire alla sezione speciale del Fondo di Garanzia, aprendo la strada alla partecipazione attiva del settore privato con un limite massimo del 5% delle disponibilità su risorse nazionali.

Massimo Bitonci sottolinea il ruolo cruciale delle interazioni con le parti interessate nel plasmare questa riforma, includendo MCC, Abi, associazioni di Confidi, associazioni di categoria Industria, Artigianato e Commercio, Conferenza delle Regioni e altri. Questa collaborazione ha contribuito in modo significativo alla formulazione di una riforma che equilibra il ruolo delle associazioni e della mutualità con quello del sistema bancario.

L’approccio alla mutualità è ulteriormente evidenziato con l’introduzione di nuove disposizioni che consentono ai Confidi, previa autorizzazione, di beneficiare delle operazioni di “importo ridotto” fino a 80 mila euro. Le microimprese godranno di esenzione dal pagamento della commissione di mancato perfezionamento e di gratuità dell’intervento.

La riforma prevede inoltre l’estensione del Fondo di Garanzia per le PMI agli Enti del terzo settore, attraverso l’istituzione di una sezione speciale presso il Ministero del Lavoro. Si tratta di un passo significativo verso l’inclusione di un settore spesso trascurato, ampliando il raggio d’azione del Fondo per supportare una varietà più ampia di attività economiche.

Infine, la riforma prevede il ritorno delle garanzie alle small mid cap, con un limite del 15% sulle disponibilità e garanzie specifiche del 30% per la liquidità e del 40% per gli investimenti. Questo contribuirà a sostenere la crescita delle imprese di dimensioni medie, garantendo un ambiente finanziario più stabile e favorevole per il settore.

In conclusione, la riforma del Fondo di Garanzia per le PMI nel 2024 rappresenta un passo significativo verso la creazione di un ambiente finanziario più inclusivo e sostenibile per le imprese italiane, promuovendo la crescita economica e l’innovazione.